
COS'E' LA DISGRAFIA

La Disgrafia:
UNA DIFFICOLTA' GRAFO-MOTORIA MOLTO SOTTOSTIMATA
La disgrafia è un disturbo specifico della scrittura nella riproduzione di segni alfabetici e numerici; è caratterizzata dalla difficoltà a riprodurre segni alfabetici e numerici e infine riguarda esclusivamente il grafismo. (continua a leggere)
Emerge nel bambino quando la scrittura comincia la sua fase di personalizzazione, indicativamente (e solo genericamente) alla classe terza elementare. In genere il problema della scrittura disorganizzata viene sollevato dagli insegnanti elementari che lamentano la difficoltà di seguire il bambino nel suo disordine. Nelle due classi precedenti lo sforzo e il disordine sono in genere determinati dalla fatica dell’apprendimento, in terza elementare il gesto è abbastanza automatizzato da lasciar spazio alla spontaneità e, di conseguenza, all’evidenziazione della difficoltà.
La disgrafia si inserisce nel quadro delle difficoltà grafo-motorie e come tale può essere considerata una sindrome che rallenta fino ad impedire l’apprendimento, il consolidamento e la conseguente automatizzazione del gesto grafico.
Le diverse classificazioni di disgrafia possono variare per autore e nomenclatura ma collimano nei punti più salienti.
L’incapacità di tracciare correttamente lettere e numeri ha conseguenze rilevanti sul rendimento scolastico tanto che l’espressione difettosa del pensiero in segno grafico è spesso presente in ragazzini con risultati scolastici poco soddisfacenti.
Per avere una buona scrittura occorre attivare quotidianamente, e in modo adeguato, quei “muscoli della mente” che favoriscono nell’individuo, agilità, fluidità, attenzione, concentrazione e memoria. Lo scrivere ripetutamente in modo scorretto finisce con il generare automatismi altrettanto scorretti che non possono che rendere difficoltosa la produzione di segni grafici leggibili e comprensibili.
.
UN PROBLEMA DI CULTURA
La scarsa cultura che ancora oggi domina gli ambienti educativi in merito alla difficoltà di scrivere di molti ragazzini, non aiuta a diminuire la percentuale che vede disgrafico, in media, un bambino su cinque (A. Venturelli, 2008). In una classe di 25 alunni, la media ci allerta che cinque potrebbero esserlo. E’ chiaro che esistono classi dove una percentuale molto più alta di ragazzini presenta il problema e classi dove la percentuale è più bassa o addirittura nulla.
Spesso la disgrafia viene scambiata per negligenza, poco impegno, scarsa motivazione all’apprendimento. Il ragazzino affetto da questo disturbo è pertanto considerato poco volenteroso, disorganizzato, disordinato, non motivato e tale valutazione genera un pregiudizio pericolosissimo che permane talvolta per sempre o, nel migliore dei casi, fino a quando il ragazzo non viene sottoposto a diagnosi grafo-motoria che ne conferma la disgrafia.
LA DISGRAFIA E' UN D.S.A.
La disgrafia infantile viene considerata un disturbo specifico dell’apprendimento (DSA) cioè una difficoltà di apprendimento in bambini che appaiono normali nelle altre prestazioni intellettive.
Essa appartiene pertanto a quell’insieme di deficit dovuti a difficoltà percettivo-motorie non diagnosticati precocemente di cui fanno parte anche:
- DISLESSIA
- DISCALCULIA
- DISORTOGRAFIA
Tutti disturbi che devono essere seriamente considerati per attivare interventi di recupero specifici che prevedano la presenza costante e simultanea di terapeuta, scuola e famiglia.

LE DIVERSE FORME DI DISGRAFIA

La Disgrafia:
TANTE FORME, UNA STESSA SOFFERENZA
La disgrafia si presenta in forme diverse in relazione agli aspetti eziologici da cui si origina. Le due principali classificazioni del disturbo disgrafico sono state codificate da Ajuriaguerra e da R. Olivaux.
Classificazione delle disgrafie di Ajuriaguerra
- SCRITTURE TESE: presentano tensione e contrazione del gesto grafico
- SCRITTURE MOLLI: presentano rilasciamenti e irregolarità
- SCRITTURE IMPULSIVE: caratterizzate da gesto grafico incontrollato in corpo
e alla fine di parola. Le scritture impulsive possono essere ulteriormente distinte in
“molli” o “rigide”
- SCRITTURE MALDESTRE: presentano irregolarità e disorganizzazione nella forma
dei grafemi e nel movimento complessivo della scrittura
- SCRITTURE LENTE E PRECISE: mostrano una iper-strutturazione delle lettere per un
eccesso di precisione
Classificazione delle disgrafie di R. Olivaux
Partendo dalla considerazione che la scrittura ha tre specifiche funzioni: quella di esprimere il pensiero (funzione strumentale), di comunicarlo (funzione relazionale) e di rappresentare la personalità dello scrivente in tutti i suoi aspetti (funzione rappresentativa), Olivaux ha stabilito che quando una di esse è compromessa, possiamo parlare di
- DISGRAFIA STRUMENTALE: difficoltà a strutturare il gesto grafico per “fatica” di
chi scrive e conseguente lentezza dello scritto - DISGRAFIA RELAZIONALE: illeggibilità per difficoltà di relazione con l’ambiente.
Sono grafie caratterizzate da una gestione irregolare dello spazio grafico, da
dimensione molto variabile delle lettere, mancanza di pressione o pressione
pastosa, ecc. - DISGRAFIA SINTOMATICA: difficoltà di espressione di sé – “scrittura maschera”-
si presentano molto accurate, controllate, artificiose. (L. Tonocci, “Rieducazoine
della Scrittura, modalità e criteri”. In: P. Cristofanelli, S. Lena, Disgrafie, 1999, pp.
165-167)

COME SI MISURA LA DISGRAFIA

La Disgrafia:
UN APPROCCIO DIAGNOSTICO STANDARDIZZATO
Così come è possibile valutare l’età grafomotoria di un ragazzo in modo oggettivo, è altrettanto oggettivo il metodo di rilevazione della disgrafia attraverso, tra gli altri, la SCALA D, messa a punto dall’equipe di Ajuriaguerra, già nel corso degli anni '60. Tale scala, che non tiene in considerazione l’età anagrafica del ragazzo perché la disgrafia presenta peculiarità specifiche che non sono in relazione con l’evoluzione della scrittura, è composta da un insieme di item divisi in tre gruppi:
- CATTIVA DISTRIBUZIONE DELLO SPAZIO
- MALDESTREZZA
- ERRORI NELLA FORMA E NELLE PROPORZIONI
Il calcolo per valutare la gravità del problema è effettuato attraverso un conteggio matematico molto simile a quello effettuato nella scala E.
La SCALA D può essere utilizzata a partire dall’ottavo anno di età del bambino, periodo in cui è possibile fare una diagnosi certa di disgrafia. Questo non significa che non si possa fare una valutazione delle abilità grafo-motorie prima di questa età in quanto, nei casi in cui nelle scritture in fase di apprendimento e consolidamento (fase pre-calligrafica) si rivelino gap deficitari e/o anomalie rispetto alla norma, prevenire è, nei confronti del bambino, molto più efficace che rieducare, sia sul piano più prettamente pratico che psicologico.
Una volta diagnosticato il disturbo nella sua specificità, è possibile valutare l’opportunità e la modalità dell’intervento grafo-terapeutico.